Passeggiare la notte by Leila Mottley

Passeggiare la notte by Leila Mottley

autore:Leila Mottley [Mottley, Leila]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-07-09T22:00:00+00:00


14

Trevor è in piedi sul bancone della mia cucina, prova a raggiungere il pensile in alto e lo apre, lo richiude. Lo fa un paio di volte, come se potesse apparire qualcosa al posto del vuoto.

«Sul serio non hai un po’ d’olio?»

Sono china sull’unica ciotola grande che ho, mescolo gli ingredienti con tutti i muscoli del braccio, trasformando la cioccolata in un mulinello.

Mi si sta irrigidendo la mano destra, quindi passo alla sinistra. «Pensavo fosse già dentro. Ma devo pensare sempre a tutto. Che le fanno a fare le torte in scatola?»

È il mio compleanno.

Di solito io e Marcus prendiamo il bus fino a San Leandro, alla pasticceria di un amico di infanzia di papà, e compriamo una torta enorme da veri ricchi con i fiori commestibili sopra. Ma quest’anno io e Marcus non ci parliamo e non ho abbastanza soldi nella federa del cuscino per una torta coi fiori. Dopo una notte passata a sudare sotto il calore del braccio di 612, finalmente ho visto che si alzava e si girava verso di me, poi mi ha detto bruscamente che dovevo andarmene da casa sua. Ho chiesto di nuovo i miei soldi e ha detto che mi aveva già pagata facendomi dormire nel suo letto.

Sono in strada da due settimane e ancora non ho visto Camila. C’è qualcosa nell’aria, nel modo in cui tutti i clienti mi fissano, che mi fa capire quand’è ora di tornare a casa. Sopravvivo grazie a Uomo cielo e a Torso nudo e ai risparmi che ho nascosto dietro lo specchio in bagno.

Trevor mi ha chiesto se poteva dormire da me una settimana fa e non torna da Dee da allora. Abbiamo spostato tutti i suoi vestiti da me, e adesso non temo più così tanto che non paghi l’affitto, solo che se Vernon sfratta Dee, allora Trevor non può più farsi vedere in giro. Mi piace averlo con me, vederlo dormire sul mio materasso, soprattutto da quando Marcus se n’è andato.

Trevor ha detto che mi avrebbe aiutato a fare una torta dopo che gli ho detto che non ci sarebbero stati né dolci né regali o cose del genere. Ha detto che tutti devono avere una torta per il proprio compleanno. Non ricordo che Dee gliene abbia mai fatta una, ma non sarei sorpresa se si presentasse a mezzanotte la sera del suo compleanno con una torta al cioccolato a tre strati senza ricordarsi nemmeno chi l’aveva fatta. È così svampita, spunta fuori dal nulla e può aprire la bocca e ridurre tutta la città in una risata, addolcendo tutto.

Dico a Trevor di guardare nell’armadietto in basso, lui scende giù, lo apre e mormora qualcosa sul fatto che non so pulire, poi tira fuori una bottiglia di sciroppo d’acero dal fondo.

«Allora faremo una torta pancake». Me la porta al bancone e giuro che è cresciuto di altri due centimetri dal mese scorso perché è quasi alto come me e riesce a guardare nella ciotola senza alzarsi sulle punte dei piedi.

«Quanto ne metti dentro?» gli chiedo.



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